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Sicurezza 4.0: i nuovi paradigmi e il rapporto uomo macchina

Sicurezza 4.0
La quarta rivoluzione industriale ha significativamente cambiato la vecchia concezione del lavoro e le necessità di salute e sicurezza: l’evoluzione costante del rapporto dell’uomo con le tecnologie digitali alimenta il dibattito nel campo della tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori, che non è più concepito esclusivamente in chiave fisica. A cambiare, infatti, non sono solo i processi produttivi, ma anche i bisogni dei lavoratori.

Sicurezza 4.0 e nuovi paradigmi

Con l'evoluzione dell'industria verso un modello intelligente, dove gli strumenti di lavoro sono connessi alla Rete e interconnessi tra di loro, è nata la necessità di rivedere anche il concetto di Sicurezza sul lavoro, dando vita così al concetto di Sicurezza 4.0.
Fino a pochi anni fa - superficialmente - si pensava che il processo produttivo fosse drasticamente rallentato dalle policy aziendali volte ad assicurare elevati livelli di sicurezza.
Con l’evoluzione dell’impresa 4.0, anche il concetto di sicurezza è mutato verso un paradigma che vede al centro l’impiego delle tecnologie digitali e l’uso massiccio dei dati, per un’integrazione efficiente di questi e dei processi, allo scopo di creare delle infrastrutture smart. 
Ecco come il paradigma 4.0 riesce a garantire, dal punto di vista del lavoro, l’abbattimento dei costi fissi e l’efficientamento produttivo e, dal punto di vista della sicurezza, condizioni di maggiore tutela dei lavoratori. 

Internet of Things e Sicurezza 4.0

L’ingresso dell’Internet of Things (IoT) - tecnologia che permette la connessione di macchine e dispositivi grazie alla rete - nel mondo delle aziende ha prodotto significativi miglioramenti anche in tema di salute e sicurezza del lavoratori. Utilizzare l’interconnessione di dispositivi e macchinari, infatti, può aiutare nella gestione delle criticità in tempo reale, senza dover limitare l’intervento umano a pericolo in corso. 
In un grande magazzino ad esempio, servendosi di un sistema intelligente di sensoristica, è possibile monitorare l’ambiente di lavoro in tempo reale e prevenire danneggiamenti ai macchinari tramite sistemi di alert o infortuni al personale grazie alla dotazione di wearables o tute smart .
Inoltre, l’industria 4.0 rivoluziona il concetto di monitoraggio delle condizioni di rischio ambientale e operativo: il monitoraggio attivo permette di prevenire gli incidenti, limitando l’accesso ad aree pericolose o assicurando il corretto posizionamento di macchinari e merci.

Automazione: il nuovo rapporto uomo-macchina

Altra tecnologia di fondamentale impatto a servizio dell’industria 4.0 è la robotica. 
L’impiego dei robot nelle imprese consente di assegnare alle macchine i compiti più pericolosi e di realizzare interventi di manutenzione predittiva o blocchi automatici in caso di guasti, migliorando conseguentemente le condizioni di sicurezza dei lavoratori. 
Altra applicazione della robotica sono i sistemi automatizzati “goods-to-man”, grazie alla quale sono nastri trasportatori a portare le merci verso gli operatori e non viceversa.

I lavoratori dunque, tendono ad assumere un ruolo completamente diverso nel processo produttivo: l’automazione spinta dall’industria 4.0 non esclude l’uomo dal lavoro, bensì lo inserisce in un ecosistema in cui uomo e macchina collaborano, al fine di ottimizzare la produzione. 
La tecnologia è al servizio del lavoro: il lavoratore svolge sempre meno mansioni di grande sforzo fisico o pericolosità, concentrandosi primariamente su quei processi che, senza l’intelligenza e la creatività creatività umana, non potrebbero proseguire.

Da Salute fisica a Salute Psicologica 

I cambiamenti dell’industria 4.0 non riguardano dunque solo i processi produttivi: la digitalizzazione, unita alla nuova concezione di benessere lavorativo, ha cambiato gli spazi di lavoro. 
Le nuove piattaforme permettono di svolgere molte tipologie di professioni da remoto, permettendo alle persone di scegliere dove lavorare. Ne consegue una ridefinizione anche della concezione di salute dei lavoratori, non più collegata solamente a fattori fisici (infortunio o malattia), ma anche psicologici. 
Questo aspetto deve necessariamente essere considerato nel contesto della valutazione dei rischi per i lavoratori; ad esempio, il rischio di technostress - stress indotto dall’utilizzo delle nuove tecnologie - non può essere trascurato, bensì considerato alla stregua degli altri rischi professionali.

Compliance normativa

Essendo gli standard di sicurezza negli ambienti lavorativi una questione in costante evoluzione, assicurare la conformità delle strutture e procedure aziendali alla normativa non risulta materia da poco; in questo caso, il nuovo oro rappresentato dai dati può venire incontro alla problematica. 
I moderni sistemi di gestione digitale permettono di centralizzare e integrare i dati a disposizione, consentendo di digitalizzare anche i processi di compliance. 
La digitalizzazione delle procedure di compliance normativa è una buona pratica, in quanto consente maggiore operatività, ma anche standard di sicurezza migliori: snellisce le procedure e assicura puntualità e precisione. 

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Foto di Nicola Scardovi, direttore affari generali di Archita Engineering.

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