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PNRR, 350 milioni destinati al trasferimento tecnologico

Nuovo decreto PNRR
Il Decreto 13, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 24 febbraio e fortemente voluto dal Governo, ha l’obiettivo di snellire e ottimizzare l’applicazione del Pnrr, degli appalti e di alcuni iter giudiziari. Vediamo nel dettaglio le aree nelle quali interviene il Decreto e le novità per l’attuazione del Pnrr.  

Il nuovo decreto PNRR, le novità introdotte

Il Decreto Pnrr si compone di tre parti
  1. la prima orientata ad ottimizzare la governance dei fondi previsti dal Piano; 
  2. la seconda potenzia gli organi attuatori delle misure; 
  3. la terza parte che disciplina nuove forme di politica per l’agricoltura, per la coesione e dei giovani. 
Per quanto interessa la prima parte, si dispone un assorbimento di mansioni e responsabilità della Segreteria Tecnica, da parte del Ministero del Made in Italy, per supportare le attività della Cabina di Regia e del Tavolo Permanente per il partenariato economico, sociale e territoriale. 

Vengono rafforzati i poteri di intervento del commissario sugli iter realizzativi, che acquisisce anche quelli del commissario straordinario in presenza di opere infrastrutturali, inoltre si dispongono maggiori poteri anche ai ministeri incaricati di monitorare lo sviluppo delle progettualità, conferendo loro la facoltà di rimettere la decisione su dinieghi o controversie - ad opera di organi idonei - al Consiglio dei Ministri. 

Vi è poi un’ampia varietà di interventi volti a semplificare le procedure amministrative, di messa a disposizione e di acquisizione degli immobili necessari allo sviluppo delle progettualità previste dal Piano.

350 milioni per potenziare il trasferimento tecnologico

A riprova della preminenza del ruolo ricoperto dai Competence Center nella trasferimento di competenze ad alto impatto tecnologico, viene disposto un intervento da 350 milioni di euro orientato alla creazione di altri 42 centri su suolo nazionale - che si aggiungeranno agli 8 già in funzione -, al finanziamento dei distretti digitali (EDIH). 

Di questi ultimi, quelli selezionati dalla sezione Digital saranno finanziati con fondi europei e del Pnrr, mentre quelli individuati come “Seal of excellence” saranno sovvenzionati con fondi pubblici. Il ruolo dei Centri, unito a quello dei Poli digitali, ambisce a rafforzare la cultura di Open Innovation del nostro Paese. 

Nella misura è stabilito anche un intervento da 600 milioni di euro in favore della PMI impegnata nell’individuazione e attuazione di processi di digitalizzazione. Il Piano ambisce a esaurire le risorse, raggiungendo oltre 4500 PMI entro la fine del 2025. 

Il ruolo dell’Open Innovation per il 2023

Il paradigma della Open Innovation sostiene la contaminazione di saperi tra aziende e gruppi sulla base delle tematiche della digitalizzazione industriale. 
È sulla scorta di questo principio che nasce l’esigenza, per la PMI, di rimanere aggiornata sulle opportunità riguardanti i processi di innovazione per le imprese, sia che essi provengano dal Legislatore, in termini di finanziamenti a fondo perduto o in forma di credito d’imposta (come fino al 2022 e, auspicabilmente, anche per il prossimo futuro), sia che risultino da una loro applicazione efficace in settori complementari, come nel caso della logistica, che grazie alle innovazioni emergenti si sta affermando come uno dei settori maggiormente floridi in questo momento di incertezza.

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