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Industria meccanica: +9% grazie all’Export

Operaio meccanico con divisa blu che controlla una turbina
Il 2022 si avvia alla conclusione con un nuovo successo per il Made in Italy. Il +9% segnato dall’export dell’industria meccanica trova le sue ragioni nelle iniziative volute per l’innovazione delle imprese e nelle prospettive offerte dal PNRR e sorrette dalle iniziative del legislatore volte a contenere gli effetti del conflitto Russo-Ucraino. Tuttavia, le previsioni non molto favorevoli per il 2023 devono spingere il legislatore a strutturare azioni a sostegno delle esportazioni, come emerge dallo studio di Anima Confindustria (Federazione delle Associazioni Nazionali dell'Industria Meccanica Varia ed Affine) che vedremo qui di seguito.

Indice dei contenuti

  • I dati dello studio: export +9% nel primo semestre 2022
  • industria meccanica e mercato europeo
  • Il confronto internazionale
  • PNRR e iniziative per il settore meccanico
  • Cosa possiamo fare per te 

I dati dello studio: export +9% nel primo semestre 2022

Secondo il report di Anima Confindustria, i dati sull’export delle imprese della meccanica italiana raccolti nel primo semestre 2022 e confrontati con quelli del primo semestre 2021 evidenziano una crescita del 9%, pari a circa 17,1 miliardi di euro.
La quota di mercato di riferimento è quella europea, che vede il nostro export protagonista con un +15% e 8 miliardi di euro in esportazioni.
In crescita anche la quota statunitense, con l’export in direzione USA che segna un nuovo record attestandosi al +37%, oltre a un +17% in America Latina.
A fronte di un importante incentivo all’innovazione delle imprese, avallato nell’ultimo biennio da tutti i legislatori che si sono susseguiti, emerge quindi la grande importanza del Made in Italy nel settore delle forniture e subforniture meccaniche, connotata anche dal sempre maggiore coinvolgimento delle nostre imprese in progetti ad ampio respiro internazionale. 

Industria meccanica e mercato europeo

Le forniture italiane sono il primo riferimento per l’import di Germania, Francia, Regno Unito e Spagna. Proprio la Germania si conferma miglior cliente per la nostra industria meccanica con 1,82 miliardi di euro di commesse, registrando così un +16% rispetto a giugno 2021.
La crescita dell’export si può apprezzare anche in Spagna, dove registra un +22% – la maggiore nell’area euro – mentre si mantiene buono il tasso di crescita della quota in Francia e Regno Unito, rispettivamente con il +11% e il +4%.
L’analisi di Anima è stata accompagnata dalle riflessioni del presidente Nocivelli, che ha sottolineato il ruolo strategico rappresentato dalla componente export dell’industria meccanica italiana, evidenziandone l’opportunità rappresentata “dall’effetto risonanza” per il resto del tessuto economico. Attenzione particolare, continua Nocivelli, ai piani applicativi del PNRR, messi a rischio dalla leva del massimo ribasso prevista per i progetti, che minacciano la tenuta di uno degli asset cruciali della ripresa del nostro Paese. 

Il confronto internazionale

Mercato di riferimento per questo 2022 è stato quello statunitense. L’incremento rispetto allo stesso periodo nel 2021 è stato del +40%, tradotto in un volume d’affari per la sola industria meccanica di circa 1,93 miliardi di euro. È interessante notare che l’attenzione all’export transoceanico abbia registrato conferme dal mercato di riferimento dal momento che, accanto agli USA, vanno assumendo sempre maggiore importanza anche le quote di mercato dell’America Latina, del Canada, dell’Australia e dell’India – quest’ultima registra un incremento del 26% sul periodo gennaio/maggio 2022 rispetto al 2021, sull’insieme delle merci esportate. In drastico calo, invece, le esportazioni dirette in Cina, con un -34% sul periodo 2021 e soli 600 milioni di ricavo.

PNRR e iniziative per il settore meccanico

Nocivelli, come abbiamo visto, mette però in guardia sull’eccessivo ottimismo rappresentato da questi dati. Sarà necessario dedicare la giusta attenzione ai progetti del PNRR per non rischiare di vedere ridimensionati gli interventi infrastrutturali necessari a sostenere un volano dell’attuale crescita economica.
Attenzione anche a non perdere le opportunità rappresentate dal Piano di Transizione 4.0: il tessuto produttivo italiano, per sua natura costellato di micro e piccole aziende detentrici di know how storici e competitivi, deve avere la capacità e le competenze per recepire le proposte del Piano e dei fondi europei per le imprese, così da mantenere l’equilibrio competitivo che ha permesso, ad oggi, di svolgere il ruolo di guida per i grandi gruppi Europei di Germania e Francia, per quelli asiatici di Corea e Giappone e per quelli statunitensi.
Oltre a ciò, alle porte del 2023, la stessa industria meccanica che ha guidato la ripresa si trova ora di fronte allo spettro della recessione a causa dello scenario geopolitico che non accenna a migliorare: diventa quindi cruciale acquisire quanti più strumenti possibili per rafforzare la posizione di vantaggio costruita finora. 

Cosa possiamo fare per te

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