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Digitalizzazione e PMI: impennata degli investimenti digitali in Italia

dettagli delle mani di un impiegato al computer mentre indica un grafico su uno schermo.
Nel 2021, grazie agli importanti incentivi alla digitalizzazione dei processi aziendali, sono stati registrati investimenti per 2,73 miliardi di euro. Digitalizzazione è però un termine ampio e complesso che suggerisce diverse realizzazioni al lato pratico. 
La tendenza, raccontata dall’ultima indagine di Italiaonline, è quella di un tessuto industriale diviso a metà dove una è convinta della bontà delle proprie decisioni e comincia a vederne gli effetti positivi, mentre l’altra è ancora restia a realizzare un intervento concreto.
Qui di seguito andremo a descrivere l’andamento generale e a fornire una nuova prospettiva con la quale analizzare la propria azienda e condurla verso nuove frontiere di sviluppo digitale. 

Indice dei contenuti

  • Investimenti digitali e PMI italiane: alcuni dati
  • Investimenti e comunicazione digitale
  • Innovation Management: nuovi strumenti per la competizione
  • Pensare in digitale: da dove cominciare
  • Cosa possiamo fare per te

Investimenti digitali e PMI italiane: alcuni dati

Sempre più aziende investono sempre più risorse nella digitalizzazione. Più precisamente, gli investimenti digitali nel 2021 hanno registrato il 7,5% in più di richieste da parte di nuovi soggetti, con una media di intervento intorno alle 2,3 migliaia di euro, +13% rispetto agli importi del 2020.
Se a questi numeri affianchiamo i risultati dell’Osservatorio Innovazione delle PMI del Politecnico di Milano, ci accorgiamo però di quanto lentamente proceda questa nuova tendenza.
Nel cluster delle PMI considerate ‘large’ – definizione proposta da Claudio Rorato, direttore dell’Osservatorio, che permette di identificare un segmento di imprese che formalmente non è una PMI ma agisce sul mercato come tale – il 71% è già in un ecosistema digitale avanzato o prossimo ad esserlo, mentre nel cluster delle PMI ‘standard’, questa quota si ridimensiona consistentemente, attestandosi al 50%, di cui il solo 9% può dirsi effettivamente avanzato.
Sempre secondo l’Osservatorio, tra le PMI large solo il 2% ritiene i vantaggi derivati dal digitale un costo – dato che nelle PMI sale al 16% – mentre il 61% li ritiene la base sulla quale costruire il futuro dell’azienda – dato che cala al 35% tra le PMI. È quindi intuitivo ritenere che la riflessione sugli investimenti digitali abbia una tradizione diversa tra i due cluster.

Investimenti e comunicazione digitale

A sostegno di questa tesi è il dato che racconta quante nuove imprese abbiano portato i propri marchi e prodotti sui maggiori social e piattaforme online – sul primo ecosistema si calcolano interventi per un valore complessivo di 360 milioni di euro, mentre sulle piattaforme di e-commerce si arriva ai 400 milioni per concludere con il miliardo di euro sostenuto per operazioni di ammodernamento e apertura dei siti web istituzionali.
Vista sotto questa prospettiva, gli ultimi investimenti sono avvenuti sulla scorta delle decisioni di grandi brand che hanno iniziato prima e con maggiore convinzione. L’esito è infatti l’incremento degli investimenti, la conferma della bontà della digitalizzazione dei processi di vendita e l’ottimizzazione delle best practice che vedono l’utente/consumatore al centro dell’operazione di vendita.
L’ultima e definitiva conferma arriva dal dato relativo agli investimenti nei media tradizionali, che difficilmente ritorneranno ai livelli pre-pandemici, e che racconta di una nuova considerazione della comunicazione digitale: ovvero non più come un vezzo, bensì come una misura strategica. 
La digitalizzazione delle PMI passa quindi senz’altro dalla digitalizzazione della comunicazione e della presenza online del brand, ma non solo. Quali altri incentivi per la digitalizzazione rappresentano una opportunità per una PMI? 

Innovation Management: nuovi strumenti per la competizione 

Abbiamo ormai ampiamente registrato il ruolo cruciale che il web, inteso come ambiente comunicativo, ha ricoperto nei processi di digitalizzazione delle PMI, ma andiamo in profondità. 
In termini di investimenti digitali il campo d’azione si estende anche ai beni strumentali. Questo nel 2021, ha permesso investimenti per oltre 50 miliardi, registrando un +21,6% rispetto al 2020. I dati per il 2022, almeno fino all’inizio dell’ultimo trimestre, raccontano di un’importante frenata di ben 20 punti percentuale, attestandosi al +1,3% rispetto al 2021. Come interpretare il dato? Ci aiuta ancora una volta l’Osservatorio del Politecnico che sostiene l’assenza di un approccio strategico all’innovazione da parte delle imprese, dettato piuttosto dall’esigenza momentanea.
Una soluzione per l’azienda virtuosa è rappresentata dall’Innovation Manager, una figura che nasce con l’intento di portare uno sguardo olistico sulle procedure aziendali, sull’analisi della forza lavoro, sull’ottimizzazione dei processi e sul vantaggio competitivo e strategico offerto dall’armonizzazione di tutti questi aspetti.
L’importanza di un Innovation Manager in azienda parte innanzitutto da una constatazione: che sebbene l’imprenditore abbia una conoscenza elevata del proprio prodotto, rimanere sempre aggiornati sulle ultime tendenze del settore, e su quelle future, per migliorare i propri sistemi di produzione, è un aspetto fondamentale ma non affatto scontato. Ecco quindi emergere l’importanza di questa nuova figura, che sarà dunque incaricata di interpretare le nuove proposte di mercato con l’obiettivo di incrementare la competitività aziendale, abbassando o razionalizzando i costi attraverso una nuova rete di contatti e relazioni con nuovi attori come i Competence Center o i Digital Innovation Hub distribuiti su tutto il territorio nazionale.

Pensare in digitale: da dove cominciare 

Non si tratta semplicemente di cambiare un processo, il primo passo verso la digitalizzazione della tua azienda è un vero e proprio cambio di mentalità. 
Il paradigma Data Driven oggi sta offrendo prospettive a tratti fantascientifiche. Ne sono una prova i numerosi software previsionali basati sugli algoritmi dell’Intelligenza Artificiale, la computer vision o la robotica stessa, alla quale oggi è possibile demandare l’organizzazione di un intero magazzino.
I dati sono infatti la base per le nostre stesse decisioni: pensiamo, ad esempio, alle considerazioni che facciamo quando dobbiamo decidere se prendere o meno l’ombrello uscendo di casa. Se in quel caso tendiamo a ottimizzare il ricorso alle fonti, consapevoli che, nella peggiore delle ipotesi, ci ritroveremo in mezzo a un acquazzone, quali conseguenze stiamo invece ignorando quando ritardiamo una decisione circa l’utilizzo o meno di un computer a bordo linea per svolgere, ad esempio, attività di controllo in edge computing? Quali opportunità offerte dalla logistica intelligente non stiamo prendendo in considerazione in quel momento? E ancora, quante e quali soluzioni, già disponibili sul mercato, non stiamo implementando per incertezza o mancanza di informazioni?
Una volta compresa l’importanza del modello Data-Driven, è quindi necessario porsi una domanda: sai misurare e sai come utilizzare i dati che la tua attività produce quotidianamente?
Adottare un approccio Data-driven e la digitalizzazione dei processi decisionali non sono solo un passo fondamentale per governare, proteggere e analizzare efficacemente i propri dati, ma una svolta strategica per il tuo business verso una visione digitale che ti permetterà di impiegare i dati per risparmiare e ottimizzare i tuoi processi produttivi.

Cosa possiamo fare per te

I nostri Innovation Manager sono a tua disposizione per valutare il miglior intervento di innovazione digitale per la tua azienda, curando il processo dalla prima visita, attraverso la redazione di un progetto su misura, fino alla sua realizzazione e l’ottenimento di incentivi. Contatta un nostro consulente per richiedere maggiori informazioni.

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Foto di Matteo Iubatti amministratore delegato di Archita Engineering.

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