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Montecitorio: approvato il Dl. di modifica al Codice della proprietà industriale

decreto legge di modifica al codice proprietà intellettuale
L'evoluzione dell'ambiente normativo è fondamentale per favorire l'innovazione e lo sviluppo tecnologico all'interno di un paese. In questo contesto, un passo importante è stato compiuto con l'approvazione del Decreto di modifica del Codice della Proprietà Industriale. Questa riforma, che trova la sua collocazione all'interno del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), apre a nuove prospettive per le imprese e gli istituti di ricerca.

PNRR: approvato Codice della proprietà industriale

L'approvazione definitiva del disegno di legge è stata raggiunta a larga maggioranza nell'Aula di Montecitorio, dopo oltre 10 anni di sforzi volti a rivedere e aggiornare il quadro normativo in materia di proprietà industriale. Questo passo avanti è stato accolto positivamente dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che ha sottolineato l'importanza di questa riforma nell'ottica di promuovere l'accesso semplificato al sistema della proprietà industriale.

Uno dei punti salienti di questa riforma è l'abolizione del cosiddetto "professor privilege". Questa modifica rende più agevole il trasferimento tecnologico e la valorizzazione dei brevetti provenienti dall'ambito universitario. In precedenza, la titolarità delle invenzioni sviluppate all'interno delle università era spesso detenuta dalle stesse istituzioni, rallentando il passaggio dell'innovazione dalla sfera della ricerca a quella produttiva. Con questa riforma, i brevetti originati da ricerca condotta all'interno di Università, enti pubblici di ricerca e istituti scientifici diventeranno di titolarità della struttura, agevolando la collaborazione con il settore produttivo.

Un altro aspetto significativo del nuovo Codice della Proprietà Industriale riguarda la disciplina delle invenzioni generate grazie a finanziamenti da parte delle imprese. Questa riforma mira a favorire una maggiore flessibilità nei rapporti tra le aziende e le istituzioni universitarie, definendo criteri di collaborazione che saranno stabiliti entro un periodo di 60 giorni dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, in collaborazione con il Ministero dell'Università e della Ricerca.

La riforma introduce inoltre diverse novità, fondamentali nell'ambito della proprietà industriale. Una di queste è la possibilità di ottenere una protezione ad hoc per i disegni e i modelli presentati durante fiere nazionali e internazionali. Questo rappresenta un passo importante per salvaguardare l'originalità e l'unicità dei prodotti presentati in contesti espositivi di rilievo.

Altro punto di rilievo riguarda la lotta alla contraffazione. Il nuovo Codice prevede la possibilità di sequestrare prodotti contraffatti esposti durante le fiere, rafforzando così le misure volte a tutelare i prodotti originali e la reputazione delle indicazioni geografiche, un patrimonio fondamentale per l'Italia e il suo rinomato Made in Italy.

Infine, con l’introduzione della flessibilità nei pagamenti delle tasse di deposito dei brevetti, il Codice apre alla possibilità di pagarle contestualmente alla presentazione della domanda, le imprese potranno quindi effettuare il pagamento anche in un secondo momento; ciò rappresenta una strategia interessante per attrarre investimenti e promuovere l'innovazione senza oneri finanziari immediati.

In conclusione, la riforma del Codice della proprietà industriale rappresenta un passo significativo verso un ambiente normativo più favorevole all'innovazione e alla collaborazione tra università, istituzioni di ricerca e imprese. Le modifiche apportate si inseriscono in un contesto più ampio, quello del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, delineando un futuro in cui l'Italia può crescere attraverso l'investimento in ricerca, sviluppo e creatività. Questo passo avanti pone le basi per una maggiore competitività a livello internazionale e per un'accelerazione del processo di trasferimento tecnologico verso il mondo produttivo.

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