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Criteri ESG: obbligo di adeguamento per le PMI

Blocchi di legno con disegnati gli obiettivi di sviluppo sostenibile
I criteri ESG sono sempre più rilevanti per adeguarsi alle nuove disposizioni normative, e sia gli investitori che le imprese ne sono sempre più consapevoli. La crescente importanza del fenomeno a livello globale è il riflesso del riconoscimento dell'impatto finanziario che tali fattori possono avere sulle aziende, a livello di flusso di cassa, valutazioni, costo del capitale e di ritorno sugli investimenti.

In particolare, l'Unione Europea ha delineato un quadro normativo che prevede obblighi di rendicontazione di sostenibilità per favorire l'economia sostenibile e raggiungere le “emissioni zero” entro il 2050. Sebbene gli obblighi siano rivolti a grandi società e piccole o medie imprese quotate, le PMI non quotate non possono ignorare l’urgente necessità di adottare strategie ESG.

Cosa sono i fattori ESG

L’acronimo ESG si riferisce a tre dimensioni:
  1. Environmental (ambiente): i criteri ambientali esaminano come un'azienda gestisce i rischi e le opportunità legati all’ambiente. Ad esempio la conformità alle normative ambientali, la gestione delle emissioni di carbonio e dei rifiuti, la tutela della biodiversità.
  2. Social (società): i criteri sociali si riferiscono al modo in cui un'azienda si relaziona con i suoi stakeholder, in particolare con i dipendenti. Ciò include la gestione del capitale umano, la produttività degli spazi di lavoro, l’attenzione alla parità di genere, la promozione della diversità, dell’equità e dell'inclusione e la produttività degli spazi di lavoro.
  3. Governance: i criteri di governance si concentrano sui principi e le regole di gestione della società, tra cui le policy e le procedure di controllo, l’etica e la trasparenza e la retribuzione dei dirigenti.

Che cos’è il rating ESG

Il rating ESG valuta la capacità delle aziende di gestire rischi e opportunità nelle tre aree sopra menzionate e l'impatto finanziario che ne può derivare. Il punteggio di sostenibilità, o ESG score, illustra il reale impegno nelle cause ambientali e sociali, nonché l’entità del rischio per eventuali investitori.

Gli obblighi della normativa europea

Come abbiamo anticipato, l’Unione Europea ricopre un ruolo predominante nella lotta al cambiamento climatico. Le normative emanate prevedono obblighi di rendicontazione di sostenibilità che favoriscono la protezione dell’ambiente e lo sviluppo sostenibile.
  • Dal 2014, la Direttiva sull’informativa non finanziaria (NFRD) obbliga alcune società di grandi dimensioni a divulgare informazioni non finanziarie e sulla diversity. 
  • Nel 2022, la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) estende tale obbligo alle piccole e medie imprese quotate, che dovranno assolverlo a partire dal 2026. 
L’UE stima che le società che attualmente redigono la Dichiarazione non finanziaria (DNF) passeranno da 11.700 a circa 49.000, di cui 4.000 solo in Italia.

L'obbligo di adeguamento per le PMI

Gli obblighi di rendicontazione di sostenibilità sono quindi diretti alle società quotate e alle grandi imprese. Sebbene per le piccole e medie imprese non quotate non vi siano obblighi espliciti al momento, gli imprenditori sentono la necessità di adeguarsi ai fattori di sostenibilità, dati i vantaggi e la regolamentazione. Di fatto, esiste un obbligo implicito nella normativa interna che impone a qualsiasi impresa di allinearsi alla direttiva comunitaria.

Infatti, sotto il profilo normativo, l’art. 2086 cod. civ. introdotto dal Codice della Crisi stabilisce l’obbligo a carico di tutti gli imprenditori di creare assetti organizzativi adeguati alla natura e alle dimensioni dell'impresa. L’obiettivo è rilevare tempestivamente lo stato di crisi e coprire i potenziali rischi, tra cui quelli che incidono sulla sostenibilità aziendale, quindi anche i rischi ESG.

In più, il 15 marzo 2024 i membri dei governi dell’Unione Europea hanno votato a favore della Corporate Sustainability Due Diligence (CSDDD). La direttiva rende le grandi società legalmente responsabili per l’impatto ambientale e il mancato rispetto dei diritti umani nell’ambito di supply chain sotto la loro supervisione. Ciò implica che tutte le piccole e medie imprese parte di una filiera, la cui azienda capogruppo è soggetta agli obblighi della CSDDD, dovranno modificare la loro organizzazione e adeguarsi ai criteri ESG.

Gli standard di rendicontazione ESG per le PMI, quotate e non, rivestono un ruolo rilevante anche secondo l’EFRAG (European Financial Reporting Advisory Group), che ha aperto una consultazione pubblica sul tema. Lo scopo è stabilire requisiti di rendicontazione proporzionati alle caratteristiche dell'impresa e alla complessità delle attività, nonché assistere le piccole e medie imprese nel fornire informazioni sulla sostenibilità alle controparti aziendali facilitando così l’accesso ai finanziamenti. Data l’importanza economica delle piccole e medie imprese, per la maggior parte non quotate, il gruppo tecnico europeo ha ritenuto necessario sviluppare uno standard volontario di rendicontazione sulla sostenibilità per le PMI non quotate (VSME).

Perché implementare una strategia ESG

Unire l’analisi finanziaria tradizionale all’analisi degli aspetti ESG consente di avere una prospettiva più completa della futura performance aziendale. Infatti, da tali parametri extra-finanziari si deducono informazioni ulteriori utili a formulare un giudizio più accurato sull’azienda.

Questo tipo di approccio consiste nell’esaminare i fattori E,S e G che hanno valenza materiale, ossia impattano il valore futuro dell’azienda; per questa ragione le questioni ESG finanziariamente rilevanti possono variare in modo significativo tra i settori. 

I vantaggi della strategia ESG per le aziende

Le opportunità e i vantaggi per le aziende che adottano strategie ESG sono numerosi:
  • Rafforzare i valori, la reputazione e l’immagine aziendale
  • Rafforzare le relazioni con gli stakeholders
  • Attrarre investimenti ESG
  • Adeguarsi a nuove regole e obblighi
  • Individuare e coprire i rischi
  • Partecipare a gare di appalto con richieste di conformità ESG
Perciò, integrare i principi ESG nella compliance e nei bilanci aziendali può consentire alle piccole e medie imprese di ripensare il proprio modello di business, sfruttare nuove opportunità e contenere i rischi, oltre di adattarsi rapidamente alle misure legali quasi inevitabili.

Il processo di adeguamento organizzativo e strategico ai fattori ESG comporta una revisione delle strategie e dei piani industriali secondo criteri di semplificazione e di maggiore efficienza, che può essere realizzato anche attraverso la riduzione dei costi di corporate governance, che rappresentano la più grande preoccupazione per le aziende.

Consapevolezza sociale e investimenti ESG

Uno dei vantaggi più rilevanti di adeguarsi ai criteri ESG è la possibilità di attrarre investimenti responsabili. Oggi esiste una nuova categoria di investitori socialmente consapevoli che valuta gli investimenti non più soltanto dal punto di vista economico, ma anche sulla base dei valori e dei principi morali che riflettono. 

Gli investimenti ESG sono una categoria di azioni finanziarie che considera non solo le prestazioni economiche, ma anche i fattori ambientali, sociali e di governance all’interno delle decisioni di investimento. Si favorisce così lo sviluppo della finanza sostenibile, un approccio globale all’investimento che mira a generare rendimenti finanziari a lungo termine e al contempo produrre benefici sociali e ambientali significativi.

Gli investitori si basano sul rating di sostenibilità, o ESG score, per valutare la solidità di investimento. Aumentare il rating ESG costituisce un vantaggio competitivo rispetto alle aziende che non adottano le misure appropriate e saranno perciò considerate una prospettiva di investimento più rischiosa.

Inoltre, la crescente consapevolezza che i criteri ESG potrebbero diventare obbligatori per tutte le imprese, comporta l’adozione di strategie sostenibili per adeguarsi alla possibile futura legislazione “green“. Come dimostra un’analisi del CFA Institute del 2020, sempre più professionisti prendono in considerazione i fattori ESG quando effettuano il proprio investimento (l’85% rispetto al 73% del 2017).

Non sono solo gli investitori ad essere sempre più attenti alla sostenibilità, ma la maggior parte dei cittadini. L’indagine condotta da BVA DOXA a novembre 2023 dimostra che più del 70% del campione ritiene importante che un prodotto sia realizzato con metodi e processi sostenibili nella scelta di acquisto e il 46% è disposto a pagare di più per prodotti realizzati con tali metodi e processi.

La crescente consapevolezza indica un cambiamento culturale significativo: la sostenibilità è considerata sempre più importante non solo per il pianeta, ma anche per la crescita economica e sociale. Le aziende che rispondono a questa domanda di mercato godono di un forte vantaggio competitivo.

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