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Credito d’imposta per beni immateriali 4.0: le nuove aliquote maggiorate

Impiegata di spalle mentre guarda un prototipo digitale sul computer e seduta alla scrivania

Indice dei contenuti

  • Credito d'imposta 2022 per investimenti in beni immateriali 4.0: le nuove aliquote previste dal Governo
  • Credito d’imposta formazione 4.0: cosa cambia
  • Chi può beneficiare delle maggiori aliquote di credito d’imposta
  • Cosa possiamo fare per te
Con la Legge di Bilancio del 31/12/2020, che ha disposto le novità relative alle norme per il piano di transizione 4.0, il governo ha stabilito la nuova misura del credito d’imposta per i beni immateriali (software) 4.0 per il triennio 2021 – 2024.  Tale misura ha subito una rimodulazione migliorativa con il D.L. n° 50 del 17 maggio 2022 – noto anche come Decreto Aiuti o Decreto Energia – che va a modificare l’entità del credito d’imposta per l’anno 2022. 

Rientrano nella categoria di beni immateriali 4.0 diverse tipologie di software, da quelli di studio e analisi preventiva dei consumi della produzione (a livello di impianto o di progettazione di prodotto), ai software di supporto decisionale, o integrativi intra-reparto (come sistemi di comunicazione intra-fabbrica, sistemi SCADA, MES o CMMS, oltre a software appartenenti al paradigma IoT) fino alle architetture cloud per la gestione dei flussi di dati aziendale, solo per citarne alcuni. La lista completa dei software che beneficiano di tale credito d’imposta è contenuta nell’allegato 6/B del decreto che ha istituito tale misura nel 2017. 

Vediamo nel dettaglio quali sono le maggiorazioni del credito d’imposta previste per il 2022. La rimodulazione agisce non solo per incentivare il processo di adeguamento al paradigma della transizione 4.0 da parte del tessuto produttivo italiano, ma anche per tenere conto della situazione geopolitica che sta rendendo necessario un cambio di passo verso una nuova sostenibilità.

Credito d'imposta 2022 per investimenti in beni immateriali 4.0: le nuove aliquote previste dal Governo

Per i beni immateriali, l’aliquota precedentemente stabilita al 20% si attesta ora al 50% (superando del 10% quella prevista per i beni materiali) e interessa le aziende che abbiano disposto l’acquisizione di tali beni nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2022 e il 31 dicembre 2022. Ricadono in questa casistica anche quelle aziende che al 31 dicembre 2022 avranno versato un acconto pari al 20% per l’acquisizione di beni immateriali che saranno interamente acquisiti entro il 30 giugno 2023.
Aziende che acquisteranno beni immateriali per un esborso massimo di un milione di euro, e che beneficiano del credito d’imposta, a partire da gennaio 2023 potranno contare sull’aliquota al 20%. Aliquota che scenderà poi al 15% per il 2024 e al 10% per il 2025 con gli stessi massimali di spesa.

Credito d’imposta formazione 4.0: cosa cambia

Le novità introdotte dal Decreto Aiuti interesseranno anche il credito d’imposta per la formazione 4.0, andando a modificare la percentuale di spese ammissibili utili a calcolare il credito d’imposta per l’anno corrente. 
I temi 4.0 che ricadono nella casistica sono quelli che interessano le aree aziendali specifiche di vendite e marketing, informatica, tecniche e tecnologie di produzione, nello specifico: analisi dei dati e sicurezza (big data, cloud computing, cybersecurity ecc.), robotica e sistemi IoT, sistemi integrati. 
Si tratta di un’opportunità da cogliere al volo, dal momento che non sono state fornite, ad oggi, informazioni circa il rinnovo di tali misure per i prossimi anni.
L’intervento risulta doppiamente vantaggioso dal momento che possono essere fatte ricadere nel computo non solo le spese del personale dipendente coinvolto nella formazione, ma anche: spese per il personale incaricato della formazione, costi di esercizio relativi allo specifico progetto di formazione, costi di consulenza e costi di gestione indiretta. 

Le nuove agevolazioni sono così calcolate:
  • Per le micro e piccole imprese: 70% delle spese ammissibili (precedente 50%) a fronte di massimale annuo di 300.000 euro;
  • Per le medie imprese: 50% delle spese ammissibili (precedente 30%) a fronte di un massimale di spesa annuo di 250.000 euro;
  • Per le grandi imprese: 30% delle spese ammissibili (invariato) a fronte di un massimale di spesa annuo di 250.000 euro.
Oltre ai nuovi parametri, viene inserita una condizione imprescindibile, ovvero che l’attività formativa sia erogata da un ente certificato e che i risultati relativi al consolidamento o acquisizione delle competenze vengano certificati secondo modalità stabilite. 
Per i progetti formativi avviati successivamente alla data di entrata in vigore del Decreto e che non rispetteranno tali condizioni l’aliquota viene ricalcolata rispettivamente al 40% e al 35% per le piccole e medie imprese. 
Rimane invariato l’innalzamento al 60% dell’aliquota del credito d’imposta per i progetti formativi di tutte le medie e grandi aziende che interessino lavoratori svantaggiati o molto svantaggiati.

Chi può beneficiare delle maggiori aliquote di credito d’imposta

Questi crediti d’imposta spettano a tutte le imprese residenti nei territori dello Stato e a quelle non residenti ma stabilmente collocate sul territorio. Non vi sono limiti né per ciò che concerne il settore di appartenenza, la tipologia di natura giuridica, le dimensioni o il profilo fiscale. 
Sono invece escluse dal provvedimento le imprese in stato di liquidazione volontaria, fallimento, liquidazione coatta amministrativa, concordato preventivo senza continuità aziendale, altra procedura concorsuale e le imprese destinatarie di sanzioni interdittive ai sensi dell’articolo 9, comma 2, del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231.

Cosa possiamo fare per te

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Foto di Matteo Iubatti amministratore delegato di Archita Engineering.

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