Certificazione per la parità di genere: cos’è e come ottenerla
Da un rapporto del WEF (World Economic Forum) del 2022 è emerso come nessun Paese al mondo abbia ancora colmato il divario di genere. Nel 2020 l’Unione Europea ha predisposto a tal proposito il documento «La strategia per la parità di genere 2020-2025».
La reazione dell’Italia si è manifesta nel 2021 con l’introduzione, all’interno del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), del Sistema nazionale di certificazione della parità di genere, volto a migliorare le condizioni di lavoro delle donne in termini qualitativi, di remunerazione e di ruolo e promuovere la trasparenza sui processi lavorativi nelle imprese.
Il Sistema è stato istituito dal nuovo art. 46-bis del Codice delle pari opportunità (Dlgs 198/2006), e reso in seguito operativo grazie al DPCM – Dipartimento per la famiglia e le pari opportunità del 29 aprile 2022 - che ha definito i parametri necessari per l’ottenimento dell’attestazione.
Ad oggi, l’unica certificazione valida per la parità di genere è quella conseguita ai sensi della prassi di riferimento UNI/PdR 125:2022, applicabile a tutte le organizzazioni pubbliche e private di ogni dimensione e settore.
È importante precisare che tale certificazione non è obbligatoria per le organizzazioni, ma costituisce un importante strumento per dimostrare il proprio impegno verso la parità di genere e per migliorare la propria reputazione e attrattività sul mercato del lavoro.
Cos’è e a cosa serve la Certificazione per la Parità di Genere
La Certificazione per la parità di genere è un’attestazione riconosciuta ai datori di lavoro volta ad incentivare l’adozione, da parte delle organizzazioni, delle policy adeguate a ridurre il divario di genere in tutte le aree maggiormente critiche per la crescita professionale delle donne, tra le quali, opportunità di crescita in azienda, parità salariale a parità di mansioni e tutela della maternità.
Le imprese che mettono in atto azioni concrete per la riduzione del gender gap, raggiungendo tale risultato, ottengono il diritto ad agevolazioni fiscali, ma anche una premialità su progetti per i quali è richiesto l’accesso a fondi nazionali ed europei, compreso il settore degli appalti.
La certificazione ha validità triennale ed è soggetta a monitoraggio annuale.
In linea con il framework ISO 30415, la prassi UNI/PdR 125:2022 si pone l’obiettivo di:
- Incorporare un nuovo paradigma relativo alla parità di genere nel DNA delle organizzazioni colmando i gap attualmente esistenti;
- Produrre un cambiamento sostenibile e durevole nel tempo;
- Promuovere una maggiore inclusione delle donne nel mercato del lavoro;
- Assicurare una maggiore qualità del lavoro femminile, promuovendo la trasparenza sui processi lavorativi nelle imprese, riducendo il “gender pay gap”, aumentando le opportunità di crescita in azienda e tutelando la maternità;
- Migliorare la possibilità per le donne di armonizzazione dei tempi vita.
Vantaggi e benefici della Certificazione per la Parità di Genere per le imprese
Al fine di promuovere la richiesta della certificazione per la parità di genere da parte delle imprese, il Sistema prevede un principio di premialità, introdotto dall’art. 5 della legge n. 162 del 5 novembre 2021 (Legge Gribaudo), che si realizza con l’introduzione di meccanismi di incentivazione.
La premialità economica si muove su tre fronti differenti:
- È previsto uno sgravio dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro per l’anno 2022 pari all’1% e comunque non superiore ai 50 mila euro annui;
- Viene riconosciuto un punteggio premiale per la valutazione dei progetti presentati alle autorità titolari di fondi Europei, nazionali e regionali, per poter ottenere aiuti di Stato a titolo di co-finanziamento degli investimenti sostenuti;
- Nel settore specifico degli appalti, viene riconosciuta una riduzione del 30% sulla corresponsione della garanzia dovuta dai partecipanti alle procedure di gara; anche in questo contesto, la Stazione Appaltante può riconoscere una premialità sul punteggio.
Sono inoltre previste ulteriori agevolazioni regionali e camerali, dirette a promuovere ed incentivare l’adozione di tali sistemi (e relativa consulenza) attraverso contributi ad hoc.
Per le imprese, ciò si tradurrebbe anche nell’ottenimento di premialità non prettamente economiche ma incisive in termini di competitività e Brand Reputation, quali:
- Miglioramento delle condizioni lavorative per le donne, tenendo conto della protezione della maternità;
- Maggiore attrattività di talenti e migliore employee retention;
- Maggiore inclusione che può facilmente tradursi in una maggiore capacità creativa e di innovazione, con conseguenti nuovi flussi di lavoro per team;
- Diminuzione del gender pay gap.
Certificazione Parità di Genere, come ottenerla e chi la rilascia
La richiesta della certificazione avviene su base volontaria da parte della singola impresa. Al rilascio della certificazione provvedono gli organismi di certificazione accreditati presso Accredia, l'Ente Unico di accreditamento italiano.
Stando alla prassi di riferimento UNI/PdR 125:2022, per comprendere le azioni da implementare per la richiesta della certificazione di parità di genere, ciascuna impresa deve, in via preliminare, analizzare e comprendere il proprio livello di maturità iniziale.
A tale scopo, vengono utilizzati specifici indicatori di prestazione (KPI), in relazione a 6 aree di valutazione per le differenti variabili che contraddistinguono un’organizzazione inclusiva e rispettosa della parità di genere:
- Cultura e strategia
- Governance
- Processi Human Resources
- Opportunità di crescita e inclusione delle donne in azienda
- Equità remunerativa per genere
- Tutela della genitorialità e conciliazione vita-lavoro
A ciascun’area è associato un peso specifico percentuale, per un totale pari a 100, che permette di misurare il livello attuale dell’organizzazione ed il suo miglioramento nel tempo.
Il punteggio di ciascun indicatore viene ponderato per il peso di ciascuna area: l’accesso alla certificazione da parte dell’organizzazione è previsto al raggiungimento del punteggio minimo complessivo del 60%.
Per le sole PMI e microimprese, al fine di facilitare il processo di certificazione, sono previsti contributi destinati sia a coprire i costi di certificazione e dei servizi di assistenza tecnica e accompagnamento alla certificazione.
La valutazione dei suddetti KPI è parte integrante di un percorso complessivo che le organizzazioni devono intraprendere per l’ottenimento della certificazione, e che si articola nelle seguenti fasi:
- Analisi del contesto di riferimento della struttura organizzativa e identificazione dei referenti aziendali per l’avvio del progetto;
- Analisi dei KPI sopraesposti e valutazione degli elementi del sistema di gestione;
- Presentazione del report di gap analysis e definizione del piano di azione per colmare i gap esistenti;
- Definizione della politica di parità di genere e del piano strategico di azione volto all’attuazione della stessa, volta a mitigare i gap rilevati;
- Implementazione delle azioni pianificate e impostazione di un modello di monitoraggio dello stato di avanzamento del piano strategico.
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