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Si discute il Milleproroghe, attese conferme sulle nuove scadenze per la Transizione 4.0

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Sui tavoli della politica è tornato il Decreto Milleproroghe. Si riapre il discorso rimasto in sospeso tra novembre e dicembre 2022, quando il provvedimento è stato posposto alla discussione della Legge di Bilancio, che - nel caso in cui avesse seguito il Milleproroghe - ne avrebbe invalidato le misure relative alle scadenze delle consegne dei Beni Materiali.

Cosa cambia con il Milleproroghe

Fatto salvo che le informazioni sono ancora soggette a modifiche, quello che emerge dall’analisi del Sole24Ore è che il Milleproroghe prorogherà la scadenza per la consegna dei Beni Materiali, ordinati nel 2022 nell’ambito del Piano di Transizione 4.0, portandola dall’attuale 31 settembre 2023 al 30 novembre 2023.
Attenzione però alle sorprese, il termine ultimo per il varo della legge attuativa del Milleproroghe è previsto per fine febbraio, e il decreto deve ancora passare dall’Aula plenaria e dalla Camera dei Deputati. Sarà necessario quindi attendere la promulgazione della legge prima di dare per certa la nuova scadenza. Fino a quel momento, la proroga resta quella individuata dalla Legge di Bilancio 2023.

Estensione del credito d’imposta

Alla discussione circa la proroga sulla consegna dei Beni Materiali 4.0 si affianca quella per l’estensione del credito d’imposta anche per i beni materiali che non rientrano nella tipologia 4.0. In questo caso, qualora il decreto Milleproroghe dovesse realizzarsi nella sua interezza, potrebbero verificarsi le condizioni per applicare una percentuale del 6% sui Beni Materiali non 4.0 che siano stati ordinati tra l’1 gennaio e il 31 dicembre 2022 e per i quali sia stato versato come acconto almeno il 20% dell’importo dell’ordine. 

Fondi del PNRR per le aliquote 2023

Tra le missioni del MIMIT delle prossime settimane c’è anche quella di portare le aliquote 2023 ai livelli del 2022. Ricordiamo che attualmente le aliquote previste dal credito d’imposta sono:
  • 20% per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni di euro
  • 10% per la quota di investimenti da 2,5 a 10 milioni di euro, fino al limite di costi ammissibili pari a 10 milioni di euro
  • 5% per la quota di investimenti a partire da 10 milioni e fino al limite di costi ammissibili pari a 20 milioni di euro

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Foto di Matteo Iubatti amministratore delegato di Archita Engineering.

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