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I focus di Archita Engineering tra sostenibilità e intelligenza artificiale

Mano robotica che gioca a scacchi
La crescente attenzione dell’opinione pubblica, del consumatore e della politica attuale verso le tematiche ambientali porta le imprese a impegnarsi sempre di più per garantire la sostenibilità dei propri prodotti e processi.

Sostenibilità aziendale: come si valuta

L’impegno delle imprese nell’adottare pratiche responsabili dal punto di vista ambientale, sociale e di governance, si valuta nel concreto attraverso il Rating ESG.

Si tratta di un sistema di valutazione che misura le performance ambientali, sociali e di governance di un'azienda, e comunica l’impegno di un’organizzazione in termini di sostenibilità, attribuendole un punteggio di valutazione totale delle performance. 

Vengono così valutati fattori come l’emissione di gas serra, consumi energetici, gestione dei rifiuti, utilizzo delle risorse e impatto sulla supply chain.

Il Rating ESG rappresenta un veicolo chiave per le imprese che cercano di generare valore nel lungo termine, poiché rivela la volontà e l’impegno verso un cambiamento positivo che assicuri un futuro migliore sia all'azienda che all’ecosistema circostante. 

Rapporto tra intelligenza artificiale e sostenibilità

L’evoluzione e i progressi compiuti dall’Intelligenza Artificiale l’hanno resa oggi uno strumento potente di conoscenza che può portare consistenti vantaggi nel raggiungimento degli obiettivi aziendali di sostenibilità.

A fare una valutazione puntuale di questi potenziali vantaggi è il rapporto “L’intelligenza artificiale per lo sviluppo sostenibile”, realizzato dall’Associazione Italiana per l’Intelligenza Artificiale, che mette in luce opportunità e rischi derivanti dall’impiego dell’AI nel raggiungimento dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile fissati dall’Agenda 2030 (SDGs), e quindi nella transizione energetica.

All’interno del Rapporto, per ogni SDG vengono presentati analisi ed esempi pratici sull’apporto dell’AI per evitare un “abuso” e un utilizzo poco virtuoso, e sfruttarla come strumento per il raggiungimento di risultati sostenibili e concreti.

Indubbiamente gli SDGs rappresentano un binario da seguire, un punto di partenza, ma nella dimensione aziendale ci sono diversi vincoli di cui tenere conto, soprattutto in termini di costi e scarsità di risorse. 

Secondo gli autori del Rapporto, l’IA offre molte opportunità per accelerare la transizione ecologica, a patto di utilizzare un approccio che tenga conto degli impatti positivi e che al contempo non trascuri i rischi ad essa collegati, primo tra tutti il rischio ambientale, poiché alimentare le reti dell’AI, richiede enormi quantitativi di energia, il più delle volte derivanti da combustibili fossili.

L’intelligenza artificiale, potendo gestire moli di dati molto elevate, dispone di un’importante capacità predittiva, utile nei percorsi di sostenibilità intrapresi dalle imprese, caratterizzati da un numero elevato di variabili di cui tener conto, e nell’analisi dei dati ESG.

Questa mole di dati arriva da diverse fonti, dati interni all’azienda, ERP aziendale, relazioni di sostenibilità e comunicazioni da siti web o social media, caratterizzate da diversi linguaggi e livelli di approfondimento. L’AI aiuta le imprese  a gestire questi dati e avere una visione d’insieme per ricavare le informazioni necessarie a determinare il proprio impatto ESG.

L’AI, attraverso questi dati, consente anche lo sviluppo di modelli di apprendimento automatico che permettono di monitorare i rischi ESG, ma anche di identificare le aree di business in cui l’impresa può agire e migliorare ulteriormente. In questo modo, avrà a disposizione strumenti utili allo sviluppo di nuovi prodotti o servizi o all’ottimizzazione di quelli già esistenti, con l’obiettivo di renderli più sostenibili, quindi governare più variabili e produrre beni già nativamente sostenibili.

Queste nuove ed efficienti modalità di monitoraggio e gestione dei dati, danno la possibilità alle imprese, non solo di individuare rischi non rilevabili con i metodi tradizionali, ma anche di focalizzarsi sull’efficienza dei processi e attività quotidiane ad alto valore aggiunto, prendendo decisioni più consapevoli. Rendendo in questo modo il binomio ESG e AI funzionale.

Focus di Archita Engineering

Facciamo il punto sulla questione “sostenibilità & intelligenza artificiale” con Matteo Iubatti, CEO di Archita Engineering, entrando nel merito delle azioni messe in campo e degli obiettivi per il prossimo futuro.

Sul fronte interno, Archita Engineering ha avviato progetti in ambito di sostenibilità?

A livello ambientale, a partire da marzo vedrà la luce un progetto di cui siamo orgogliosi. Si tratta di un’iniziativa con Ogyre, società attiva nella conservazione degli oceani, che fornisce supporto a flotte già esistenti di pescatori da tutto il mondo per recuperare più rifiuti marini possibili ogni giorno.

Quando i pescatori tramite le proprie reti recuperano le plastiche dagli oceani, per loro smaltire in porto rappresenta un notevole costo. Attraverso la costruzione di questo network mondiale, si dà la possibilità alle aziende, attraverso un contributo mensile, di incentivare lo smaltimento di queste plastiche, in modo che non siano così i pescatori a dover sostenere il costo, ma al contrario, vengano incentivati a farlo previo compenso. È possibile, inoltre, monitorare dalla propria pagina personale la quantità di plastica recuperata con il proprio contributo, e vedere i risultati concreti delle nostre azioni.

Per quanto riguarda la nostra sede di Bologna
, sono in corso di valutazione la possibilità di dotare il nostro immobile di un impianto fotovoltaico e le aree di sosta delle colonnine di ricarica per le auto elettriche. Queste sono per il momento le attività compatibili con la nostra attività di consulenza, non siamo un’attività produttiva, quindi non abbiamo processi di produzione su cui intervenire, ma nel nostro piccolo sappiamo di poter fare la differenza.

Per quanto riguarda invece le attività di governance, cerchiamo da sempre di creare un ambiente volto alle pari opportunità e attento alle esigenze dei nostri dipendenti, attraverso soluzioni di welfare aziendale.

Per quanto riguarda l’intelligenza artificiale, che ruolo gioca e giocherà per la sostenibilità delle imprese?

Sicuramente l'obiettivo principale è efficientare i processi. Lo scopo degli strumenti di intelligenza artificiale in ambito produttivo è ridurre i consumi e gli sprechi di qualsiasi genere, le inefficienze e gli scarti, andando in contro ad un concetto di sostenibilità dei processi industriali.

Oggi uno degli aspetti principali del sostegno dell’intelligenza artificiale è evitare, tramite l’utilizzo di algoritmi predittivi, le non conformità dei prodotti, ed evitare così sprechi onerosi. Diventa anche una questione economico-finanziaria per le imprese, oltre che di sostenibilità.

È importante considerare l’intelligenza artificiale come uno strumento essenziale per ridurre le inefficienze, sia dal punto di vista dei consumi energetici, sia dal punto di vista della produzione, con impatti positivi anche termini di tempo di impiego dei macchinari, che utilizzati in maniera più mirata, permettono di ridurre dispendi energetici ed emissioni di gas ad effetto serra. 

Nell’operatività di Archita Engineering, invece, in che modo potete usufruire dei benefici dell’AI?

Questi strumenti sono e diventeranno ancora più essenziali anche per rendere più efficiente l'attività di consulenza alle imprese che facciamo. L’AI ci permette di risparmiare tempo e risorse, per esempio nel redigere una relazione, avere rapido accesso a riferimenti normativi, fare ricerche bibliografiche, esecuzione di lavori di back office con tempistiche molto lunghe, ma soprattutto per l’elaborazione di grosse moli di dati.

L'intelligenza artificiale nasce proprio con questo scopo, gli algoritmi sono concepiti per poter lavorare grandi quantitativi di dati. Sarebbe un errore e uno svantaggio non sfruttare queste soluzioni, che possono rappresentare un importante vantaggio non solo per noi, ma per i nostri clienti, riducendo i tempi di risposta e aumentando velocità di esecuzione delle attività.

Nel lungo termine l’AI potrebbe, infatti, essere impiegata in maniera più rilevante, come per esempio creare dei bot che rispondano in real time a mail o domande standard dei clienti che si ripetono nel tempo.

Considerate le recenti evoluzioni dell’AI Act, potrebbero esserci impatti negativi nell’uso dell’AI da parte delle imprese, e di conseguenza, nei risultati in termini di efficienza e riduzione degli sprechi?

Come spesso accade nell'ambito delle nuove tecnologie, come già accaduto per le criptovalute, o la blockchain, e oggi per l’intelligenza artificiale, ovviamente l’evoluzione tecnologica procede ad un passo più spedito dello scenario normativo.

La principale problematica, in questo caso, è legata alla paura generata intorno al mito dell’intelligenza artificiale: la riduzione dei posti di lavoro. Di per sé una tecnologia innovativa non è positiva o negativa, dipende sempre dall’uso che se ne fa. Nel caso dell’AI, se il suo utilizzo porta a calpestare la deontologia e i principi di etica alla base, allora potrebbe rappresentare un problema. Se invece l’obiettivo è utilizzarla per limitare l’impatto ambientale di tanti processi industriali, allora la valutazione non può che essere positiva.

Inevitabilmente alcune professioni, che prevedono attività ripetitive e reiterate nel tempo, potrebbero essere sostituite, ma l’impiego di nuove tecnologie prevede anche la nascita di nuove professionalità che possano gestirle e controllarle. Si tratta di una trasformazione. Rimangono salde quelle attività dove, invece, il valore aggiunto generato è ad esclusiva prerogativa umana, attraverso ad esempio la creatività.

L’impiego dell’AI dovrebbe in questo caso essere visto come uno stimolo a cercare di qualificare il mondo del lavoro, portando all'attivazione di nuove professionalità.

È questa paura che a volte spinge a legiferare in maniera anche poco ponderata. Se la normativa europea limiterà l’uso degli algoritmi di intelligenza artificiale in determinati ambiti, sicuramente questo potrebbe inficiare l’uso e l'effettivo potenziale di questa tecnologia, però l’auspicio è che alla fine l’effettivo vantaggio che potrebbe portare permanga, soprattutto in termini di riduzione degli sprechi e ottimizzazione dei costi, per rendere i processi industriali più sostenibili, anche e soprattutto, dal punto di vista ambientale.

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Foto di Francesco Vigliaturo, direttore tecnico di Archita Engineering.

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