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Stretta del Governo su Transizione 4.0: introdotta comunicazione ex ante per i crediti d’imposta

Braccio meccanico transizione 4.0 - Image by maniacvector on Freepik
Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto-legge n.39, il cosiddetto “decreto salva-conti”, il Governo ha adottato misure volte a contenere la spesa attraverso una stretta sui crediti d’imposta.

Sebbene il Superbonus sia l'obiettivo principale di tali disposizioni, con l'eliminazione di ogni forma residua di cessione del credito con sconto in fattura, altre tipologie di crediti d’imposta subiscono le conseguenze delle decisioni governative. 

Tra queste rientrano il credito d’imposta previsto dal piano Transizione 4.0, ancora valido fino al 2025, per:
  • le attività di ricerca, sviluppo e innovazione 
  • l’ACE, per il quale sarà ancora possibile cedere il credito. 
Novità del decreto, in questo caso, è l’impossibilità di apportare correzioni o integrazioni alle comunicazioni di cessione del credito.

Fino a questo momento l’accesso al credito d’imposta previsto dal piano Transizione 4.0 è stato automatico: una volta soddisfatti i requisiti normativi, il credito veniva compensato attraverso il modello F24 in tre rate annuali. L'unica responsabilità dell'impresa consisteva in una comunicazione annuale "ex post", senza incorrere in sanzioni per l'eventuale omissione.

Nuova comunicazione ex ante per Transizione 4.0


L’articolo 6 della norma disposta dal Governo nel decreto-legge 39 introduce “misure urgenti in materia di agevolazioni fiscali”, in particolare “misure volte ad acquisire maggiori informazioni inerenti alla realizzazione degli interventi agevolabili” finalizzata a “garantire un’adeguata e tempestiva conoscenza delle grandezze economiche e finanziarie connesse alle misure agevolative oggetto del decreto”.

La nuova normativa impone quindi un nuovo onere a carico delle imprese: prima di beneficiare del credito, devono essere comunicati, preventivamente e in via telematica, gli importi relativi, pena la decadenza del beneficio. 

Nello specifico, la comunicazione deve includere:
  • l'ammontare totale degli investimenti, 
  • la presunta ripartizione annuale del credito 
  • la modalità di fruizione a partire dalla data di entrata in vigore del decreto-legge.
L’obiettivo del Governo è raccogliere maggiori informazioni riguardanti gli interventi agevolabili, al fine di garantire una migliore conoscenza delle implicazioni economiche e finanziarie delle agevolazioni fiscali, e tenere quindi sotto controllo la spesa.

Cosa cambia per la comunicazione ex post


Il credito d'imposta nell'ambito del piano nazionale Transizione 4.0 prevede ora l'obbligo di comunicazione preventiva
Ma la stretta riguarda anche la comunicazione ex post già esistente, che diventa condizione necessaria per poter fruire del credito, e non sarà altro che un “aggiornamento” definitivo della comunicazione ex ante.

Il decreto direttoriale di prossima emanazione specificherà tempi e modalità di trasmissione delle nuove comunicazioni.

A quali investimenti si applica


La nuova disciplina sulla comunicazione ex ante si applica dalla data di entrata in vigore del decreto legge n.39.

Le nuove modifiche apportate alla comunicazione ex post si estendono retroattivamente agli investimenti 2024, ma la norma prevede che, anche per gli investimenti avviati nel 2023, l’ex post diventa vincolante ed obbligatoria per la fruizione del credito.




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